Profumi dello Ionio

Partenza per Leverano (Le), dove ha inizio questo itinerario. Il mare Jonio si vede già dall’alto della Torre quadrata del XIII secolo che si innalza nel centro storico, vedetta a difesa degli attacchi pirateschi.

Anche questa struttura porta la firma dell'imperatore Federico II, figura che accompagna stabilmente il turista nel corso dell’intero viaggio in Puglia. Insieme a Taviano, la cittadina costituisce un distretto florovivaistico fra i più attivi a livello mondiale. Da sempre fiori e vino rappresentano un felice binomio, non solo per rallegrare degnamente una tavola. I viticoltori , infatti, utilizzano i roseti piantati in prossimità dei filari per “vigilare” sullo stato di salute dei vigneti. Un roseto florido è garanzia che la vigna non ha subìto attacchi parassitari.

Leverano dà il nome alla prima delle tre Doc che incontreremo, una dopo l’altra, in questo viaggio: Nardò e Galatina. Tutte rappresentano altrettante espressioni del vitigno principe del Salento: il Negramaro. I vini che si ottengono si differenziano per l’apporto dei vitigni secondari nel blend, per la diversa tipologia pedoclimatica dei vigneti e conseguentemente per le caratteristiche organolettiche.
Vera peculiarità di questa porzione del Salento sono i rosati, vini dai profumi inebrianti, gradevoli al gusto e che ben si abbinano alla gastronomia, marinara e non, del territorio. Vini giovani, dai colori invitanti, brillanti, che sono divenuti ormai un segno distintivo della tipicità enologica del Salento.

Giunti a Nardò abbiamo solo l’imbarazzo della scelta tra una gradevolissima passeggiata per scoprirne il volto nobile, i graffiti della Baia di Uluzzu risalenti al Paleolitico, il Parco di Porto Selvaggio e le marine di Santa Maria al Bagno e Santa Caterina con le meravigliose masserie delle Cenate (il nome probabilmente rende omaggio al gusto e alla civiltà della buona tavola).

Oltre una trentina i palazzi storici e nobiliari che hanno permesso a Galatina di pregiarsi del titolo di Città d’Arte. Ma è probabilmente il fenomeno del tarantismo ad aver reso celebre la città. È indispensabile un accenno a questo “strano morbo” per comprendere appieno la cultura salentina. Provocato dal morso (pizzico) di un ragno, originava uno stato di trance curabile solo con la musica. Dopo la guarigione, i tarantati, o tarantolati, per lo più di sesso femminile, rendevano omaggio a San Paolo con il pellegrinaggio del 29 giugno nell'omonima Chiesa di Galatina, incorporata nel settecentesco palazzo Congedo. Il territorio di Galatina si riteneva fosse privo di ragni e serpenti proprio perché “feudo sacro” del santo. 

Ci spostiamo, dunque, a Cutrofiano, importante centro di produzione ceramica del Basso Salento, dove potremo apprezzare una tradizione figula che risale al Medioevo e che ha avuto la sua massima espressione alla metà del Settecento quando su 600 abitanti si contavano ben 50 botteghe artigiane. Siamo nel cuore della Grecìa Salentina, un’area linguistica e culturale che comprende ben nove comuni in cui sopravvive un dialetto neo-greco, ormai in estinzione: il griko o grecanico. 

Attraversando un paesaggio ricchissimo di vigneti e costellato di raffinate residenze padronali e masserie fortificate - molte di queste oggi sono eccellenti cantine visitabili – concludiamo il nostro viaggio in direzione di Scorrano e Melissano, sempre sulle tracce dal Negroamaro.

Merita una visita la cittadina di Gallipoli, protesa sullo Jonio. Nell'antico borgo, quasi un’isola separata dalla città nuova da un ponte, potremo assaporare vita e storie d’una città di mare nella genuinità dei suoi scorci, come nella tipica cucina gallipolina.

LE CANTINE

BONSEGNA
Nardò (Le)

SCHOLA SARMENTI
Nardò (Le)

MOTTURA
Tuglie (Le)

FIORENTINO
Galatina (Le) 

SANTI DIMITRI
Galatina (Le)