Da costa a costa

CAGLIARI
Eccoci ora a Cagliari, la città del sole, ricca di storia, cultura e tradizioni. Siamo nella città principale della Sardegna, situata tra capo Spartivento e capo Carbonara. Qui le cose da vedere sono innumerevoli, e anche un semplice giro per il centro cittadino saprà regalare momenti davvero piacevoli. Tra le molteplici visite possibili non perdiamo il Museo Archeologico Nazionale (il più importante al mondo per la civiltà nuragica e ricco anche di collezioni fenicio-puniche), l’Anfiteatro Romano, la Basilica di San Saturnino, il quartiere dei pescatori di Marina, la necropoli di Tuvixeddu, la Villa Romana di Tigellio e il Castello di San Michele.


Argiolas

Via Roma, 28 – 09040 Serdiana - Tel: 070 740606 Fax: 070 743264 Web: www.argiolas.it Email: info@argiolas.it
La passione per il vino della famiglia Argiolas permea da sempre l'attività aziendale, a partire da Francesco, che l'ha creata all'inizio del secolo, fino ad Antonio, energico novantaseienne ancora in attività. Uomo determinato nelle scelte e nelle strategie, ha trasmesso ai figli e ai nipoti il suo amore per la viticoltura e per l'enologia. La vera svolta risale al 1991, quando, affiancati dall'enologo Giacomo Tachis e dall'esperienza di tre generazioni, i fratelli Franco e Giuseppe hanno creato il marchio Argiolas ed esteso la distribuzione dei vini prodotti nei vari mercati nazionali ed esteri.
Visite in cantina: lunedì - venerdì alle 11.00 e alle 15.00, sabato alle 10.30. Solo su prenotazione.

Azienda Agricola Vitivinicola Pala

Via Verdi, 7 – 09040 Serdiana- Tel: 070 740284 Fax: 070 745088 Web: www.pala.it Email: cantinapala@tiscali.it
E' la vigna che Salvatore Pala impiantò nel 1950 che diede inizio all'avventura familiare a Serdiana, uno tra i luoghi privilegiati della viticoltura di Sardegna. L'azienda del padre, cresciuta con il lavoro dei figli Enrico e Mario, ha conservato come valori fondamentali il rispetto della tradizione, la cura e la dedizione al vigneto e alla produzione del vino. Lo stimolo a migliorarsi e l'umiltà di apprendere nuovi insegnamenti hanno dato l'impulso per cercare il meglio nei campi come in cantina, per onorare il frutto della vigna, signora di queste colline.
Visite in cantina: lunedì - venerdì, 8.30 - 13.30 / 14.30 - 18.00, preferibilmente su prenotazione.

DOLIANOVA
Proseguendo il nostro cammino verso sud in pochi minuti si giunge a Dolianova, un borgo che ha visto la sua nascita ufficiale soltanto nel 1905 dall’unione degli antichi villaggi medievali di San Pantaleo e Sicci San Biagio. Qui, in una zona in cui si alternano zone collinari e pianeggianti, il paesaggio è tipicamente mediterraneo. Nel centro cittadino è d’obbligo una sosta alla Cattedrale di San Pantaleo, un edificio romanico di grande interesse artistico che risale al XII secolo. Nel territorio del comune sono rintracciabili inoltre numerose testimonianze del passato, tra cui i resti delle terme romane di Sa Cora, il Nuraghe sa dom'e S'Orcu (presso la Punta Bruncu Salamu), la Tomba dei Giganti di Su Tiriaxiu, e il più esteso complesso nuragico in località Sant'Uanni, le cui fortezze si trovano ancora in massima parte coperte da terra e vegetazione.

Cantine da visitare:

Cantine di Dolianova
SS 387 Km 17+150 , Loc. Sant'Esu SS 387 km 17, 150 – 09041 Dolianova - Tel: 070 744101 Fax: 070 740513 Web: www.cantinedidolianova.com Email: cantinedolianova@tiscalinet.it
La Cantina, come indica il nome stesso, si trova alle porte di Dolianova, paese nel cuore del Parteolla. Le dolci colline che caratterizzano l’aspetto morfologico della regione rendono il paesaggio particolarmente gradevole e vocato alle colture agricole, soprattutto alla viticoltura ed alla olivicoltura.
Visite in cantina: lunedì - venerdì, ore 10.00, preferibilmente su prenotazione.

 


NUORO

Il nome deriva dal nuorese "Nùgoro"; si è sostenuto dallo Spano (1872) che questa a sua volta provenisse da una non precisata radice nur o ur con significato "casa" o "luce" o "fuoco", quest'ultima intesa come "focolare domestico", stante il radicamento dell'uso fiscale del termine, ma questa interpretazione è stata oggetto di rilevanti contestazioni di altri linguisti.
Nuoro ed il suo circondario furono abitate da diversi millenni prima di Cristo. La ragione principale della frequentazione umana è da ricercare nella felice posizione geografica della città: Nuoro è infatti situata su una altura al centro di uno snodo orografico che consente di controllare la comunicazione tra la valle del Tirso ed il bacino del Cedrino con le valli che conducono alle attuali baronie di Siniscola, Orosei e Galtellì e verso la Barbagia di Ollolai a sud e di Bitti a nord. La città ha vantato nelle diverse epoche un insediamento umano diffuso in tutto il territorio comunale.
Per poter descrivere correttamente la storia nuorese non si può non evidenziare il rapporto con il vicino Monte Ortobene che, sin dalle epoche più remote ha offerto, nelle diverse fasi storiche, rifugio alle popolazioni residenti a valle. Ancora oggi sono numerosi i resti di edifici nuragici, tombe prenuragiche e ripari sotto roccia riutilizzati per millenni (fino al Medioevo ed ai pastori dell'Ottocento). Questa presenza è evidente nella zona di Seuna nella quale si rinvengono tracce di muratura sparse in un'area di diverse decine di ettari ed ai piedi di punta Pala 'e casteddu (spalle al castello). Il legame della città con il "Monte" è pertanto fondante della storia e della cultura dei nuoresi, finendo per creare un sistema città-territorio da cui non si può prescindere.
Lo stemma della città di Nuoro è risalente al 1800; è composto da tre montagne simbolo delle 3 regioni del Marghine, dell'Ogliastra e della Barbagia. Il bue sta a significare Monsignor Bua vescovo di Nuoro nel secolo XIX sotto il quale Nuoro divenne città nel 1836. Infine troviamo il sole e l'albero sradicato, simbolo del giudicato di Arborea, oggi rimosso dallo stemma.
La piazza-monumento è posta al centro di Nuoro fra il corso Garibaldi e il rione di Santu Prédu. Si tratta di piazza ideata da un importante artista contemporaneo. L'idea di utilizzare questo spazio, la vecchia piazza Plebiscito, per onorare il "vate di Sardegna", Sebastiano Satta (1867-1914), venne infatti perfezionata nel 1967 con l'incarico allo scultore oranese Costantino Nivola (1911-1988), reduce dall'esperienza americana a contatto con architetti come Le Corbusier o Saarinen.

DORGALI
Dorgali è situata nella zona centro-orientale della Sardegna, sul versante occidentale del monte Bardia (882 m s.l.m.). A poco più di un'ora da Olbia, Dorgali deve parte della sua fama alla frazione di Cala Gonone, diventata oggi un vero proprio paese, che dista circa nove chilometri dal centro principale, e si trova a valle della galleria che consente di attraversare la catena calcarea sulla costa del Golfo di Orosei in corrispondenza della congiunzione, detta "Buca Entu", tra il Monte Bardia e il Monte Tului.
Lo stemma del Comune di Dorgali è sovrastato da una corona che rappresenta l'antica cinta muraria del castro: le tre stelle è un simbolo mariano ricordano che uno degli antichi patroni di Dorgali è Santa Maria Madre di Dio. È riferito anche all'antica presenza (Sec. XV) del Terzo Ordine Francescano (francescani conventuali,i tre monti collocati alla base dell'albero sono un simbolo monastico,l'albero ricorda che Dorgali (già castro) era il riferimento (caposcolca) dei piccoli centri vicini dell'agro oggi scomparsi.
Il turismo si concentra prevalentemente nel periodo estivo, a Cala Gonone; a Dorgali sono presenti percorsi di trekking e di mountain bike. Da ricordare inoltre la possibilità di praticare il free climbing in località suggestive, come alcune falesie sul mare. Le caratteristiche geologiche ed orografiche del territorio del Supramonte marino di Dorgali e Baunei, sono particolarmente adatte alla pratica degli sport arrampicatori. Sono visitabili le grotte del Bue Marino sulla costa di Gonone e le grotte di Ispinigoli nelle campagne di Dorgali. Sono visitabili i villaggi nuragici di Tiscali, Serra Orrios e Nuraghe Mannu. Sono da visitare: il Museo Civico (in Via Lamarmora), il Museo etnonaturalistico di "S'Abba Frisca" in località Littu-Zorza, qui vicino era presente il centro romano di Cares, l'esposizione del Centro di Educazione Ambientale a Gonone (Viale Bue Marino), il Museo Salvatore Fancello presso la casa comunale. È caratteristica la vallata agraria di Filine Oddoene, unica nel suo contesto naturalistico, che si attraversa per raggiungere la gola di Gorroppu ed il canyon di Surtana. Quest'ultimo costituisce l'accesso al Supramonte di Dorgali, Orgosolo e Oliena. Da visitare il panoramico Lago di Iriai raggiungibile dalla località Iriai, Strada Provinciale 38, qui è presente il selvaggio ed isolato parco lacuale di Iriai e Gurennoro dove sono presenti le Chiese di San Pantaleo Dottore e della Madonna degli Angeli, "Sos Anzelos", che possono essere raggiunte solo in barca, il giorno della festa dei santi (rispettivamente il 27 luglio e il 7 agosto) le barche sono condotte da volontari per il trasbordo dei fedeli. Qui è presente l'isoletta di "Sos Anzelos" o degli Angeli. Il Lago di Irai è diventato una meta ambita per i canoisti. Di particolare bellezza e valore naturalistico è la valle di Lanaitto, nel territorio di Oliena, raggiungibile attraverso visite guidate anche da Dorgali.

Cantine da visitare:

Cantina Sociale Dorgali
Via Piemonte, 11
08022 DORGALI - (NU)
Tel: +39 0784 96143
Fax: +39 0784 94537
Web: www.csdorgali.com


ORISTANO

È situata nella parte settentrionale della pianura del Campidano, nella regione detta Campidano di Oristano. Istituita capoluogo di provincia il 16 luglio 1974, ha una storia antica, in particolare legata al Giudicato di Arborea ed alla figura di Eleonora d'Arborea.
La bizantina Aristianis, sorta presso l'antica città fenicia di Othoca (attuale Santa Giusta), divenne un centro importante nel 1070, quando l'arcivescovo arborense Theoto vi trasferì la sede vescovile, abbandonando l'ormai decaduta Tharros, e il giudice Orzocco I la eresse a capitale del Giudicato di Arborea. [4] Prima di allora è ragionevole pensare che vi fosse un borgo abitato da contadini e allevatori cresciuto all'ombra delle più importanti città vicine.Questo trasferimento probabilmente fu dovuto alle incursioni saracene che in quegli anni imperversavano sul litorale occidentale sardo, e alle quali la città di Tharros era soggetta. La nuova città era invece protetta dalle eventuali incursioni nemiche da barriere naturali quali gli stagni di Santa Giusta e la biforcazione del fiume Tirso, che prima di arrivare ad Oristano si divideva in due rami, di cui uno passava a nord e l'altro a sud della città.
A seguito delle conquiste catalano-aragonesi in Sardegna, il giudicato di Arborea costituì l'ultimo bastione di resistenza all'invasione aragonese, culminata nel tentativo di egemonia sull'intera isola operato dal giudice Mariano IV, 1347-75, e dai suoi figli Ugone III e Eleonora, 1375-1404, reggente del figlio. Il Giudicato di Arborea fu il più longevo degli Giudicati sardi, e cessò di esistere nel 1420, quando l'ultimo re di Arborea, Guglielmo III di Narbona, cedette quel che rimaneva dell'antico regno alla Corona aragonese per 100.000 fiorini d'oro, in seguito alla sconfitta subita nella Battaglia di Sanluri nel 1409.
Conquistato quindi dagli Aragonesi fu successivamente trasformato in marchesato . Leonardo Alagòn, ultimo marchese di Oristano, tentò di riportare la città all'antica gloria giudicale ma nel 1478 a Macomer il suo esercito subì una pesantissima sconfitta e il marchesato fu inglobato nel Regno di Sardegna . Da quel momento Oristano , elevata al rango di città regia il 15 agosto 1479 [6] , seguì la comune storia della Sardegna attraverso le dominazioni aragonese-spagnola (fino al 1708) e piemontese-italiana (dal 1720). Nell'aprile del 1921 Davide Cova, Emilio Lussu, Camillo Bellieni con altri reduci sardi della prima guerra mondiale, fissarono la data ufficiale di fondazione del Partito Sardo d'Azione.
La manifestazione più importante è la Sartiglia: giostra equestre di origine medievale, eredità lasciata dalla dominazione catalana, che si tiene l'ultima domenica e l'ultimo martedì di carnevale. È corsa dai due gremi più antichi di Oristano: il gremio dei contadini, che corre la domenica; il gremio dei falegnami che corre il martedì. Il capo-corsa è "Su Componidori", lo accompagna il secondo "Su Secundu", il terzo "Su Terzu Cumpoi" e un certo numero di cavalieri. Partecipano alla sartiglia 40 pariglie, scelte tramite selezioni, per un totale di 120 cavalieri.
la particolarità di "Su Componidori" è che dal momento in cui gli viene apposta sul viso la tradizionale maschera non potrà assolutamente più toccare terra fino al termine della manifestazione, che si concluderà circa 6/7 ore dopo; tradizione vuole che una sua eventuale caduta da cavallo porti a una annata di carestia e sciagure in genere. Ciascun cavaliere prende la rincorsa lungo la via Duomo "seu de Santa Maria" e tenta di raggiungere con la spada una stella appesa ad un nastro, posto a circa metà del percorso. Tradizione vuole che maggiore sia il numero delle stelle conquistato, migliore sarebbe l'auspicio della fortuna, la fertilità dei campi nel nuovo anno.
A fine corsa, "Su Componidori" benedice la folla con un mazzolino di viole "Sa Pippia de Maiu".
Dopo la Sartiglia si corre la "Pariglia", lungo "s'arruga de Santu Sebastianu" l'attuale via Mazzini. I cavalieri, in questo caso corrono a tre per volta, combinandosi in varie figure, con temerarie acrobazie, in piedi sulle groppe degli animali e in vari altri modi, formando triadi, si esibiscono in evoluzioni sui cavalli in corsa.
 


SASSARI
Sassari costituisce il nucleo della prospettata omonima area metropolitana regionale di oltre 225.000 abitanti[2] e di un'area urbana con i centri a corona della città[3] di circa 300 000 abitanti.
La città di Sassari è il polo urbano storico del Capo di sopra dell'isola.
Con i suoi 546,08 km², è il comune più esteso della regione e il più esteso d'Italia dopo Roma, Ravenna, Cerignola (FG) e Noto (SR). Essa sorge su un tavolato calcareo declinante a nord-ovest verso il Golfo dell'Asinara e la pianura della Nurra, mentre a sud-est il terreno è prevalentemente collinare. Il territorio urbano e suburbano è caratterizzato da valli e gole che incidono profondamente l'altopiano su cui è adagiata la città. Coltivazioni ortive, oliveti e boschi circondano il centro urbano e costituiscono l'aspetto paesaggistico peculiare di tutto il settore orientale del territorio comunale.
ha come segno distintivo lo stemma storico concesso con Regio Diploma del 15 gennaio 1767 dal Re Carlo Emanuele III e confermato dal Regio Decreto del 10 aprile 1936.
 « Inquartato: Inquartato: al 1° e 4° di Savoia (di rosso alla croce d'argento); al 2° e 3° d'oro al castello merlato di rosso, aperto e finestrato. »
 
Lo scudo è inoltre cimato dalla corona marchionale, ornato da due fronde di palma ai lati e accompagnato da due cavalli quali onereficenza al podestà Cavallino de Honestis sotto cui Sassari si rese un libero Comune. Le torri riprendono la simbologia del Giudicato di Torres e della città di Turris Libisonis o Porto Torres. Fino al 1766, come nei sigilli di altre città sarde, permanevano le insegne della signoria iberica. Queste vennero poi sostituite dietro suggerimento del Ministro Giovanni Battista Lorenzo Bogino negli stemmi con la Croce di Savoia, anche nel caso di Bosa, Cagliari, Oristano e Alghero (che la rimosse nel 1991 per tornare ai colori iberici). La corona marchionale venne invece riservata solo a Cagliari e a Sassari.

ALGHERO
E’ una città italiana di 43.917 abitanti della provincia di Sassari; è conosciuta anche come Barceloneta, la piccola Barcellona: la città ha infatti conservato l'uso della lingua catalana, di cui è un'isola linguistica e il 22,4% dei suoi abitanti lo parla nella variante algherese, riconosciuta dallo stato italiano e dalla Regione autonoma della Sardegna come lingua minoritaria
La città è il capoluogo della Riviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della sua rada è presente la più grande quantità del prezioso corallo rosso della qualità più pregiata, pescato tuttora da corallari subacquei, attività che con la lavorazione e la vendita, da secoli ha avuto una grande importanza di carattere economico e culturale, tanto che il ramo di corallo è inserito nello stemma della città.
Lo stemma della città di Alghero è uno scudo racchiuso da due fronde di palma e sormontato da una corona con nove palle, simbolo di Città Regia, può essere così descritto: "d'azzurro allo scoglio di nero sormontato da un rametto di corallo; capo d'Aragona ossia d'oro a 4 pali di rosso"; la pezzatura catalano-aragonese si ritrova in molti altri stemmi come la bandiera di Catalogna e lo stemma dell'Ordine di Santa Maria della Mercede.
Alghero conta un panorama naturale molto vario, dalle spiagge con sabbia fine alle scogliere con sassi piatti o molto frastagliati: è apprezzabile soprattutto la vista dal mare, in quanto si riesce a cogliere la varietà della sua costa mista alla vegetazione, la tipica macchia mediterranea e alla pineta che spesso fa da contorno; molto apprezzato per il suo panorama è il promontorio di Capo Caccia, con la sua ormai conosciuta falesia a forma di gigante addormentato che è divenuta una dei simboli di Alghero, insieme al pregiato corallo rosso.
Un'altra area protetta in cui è possibile fare del trekking è l'Arca di Noè, situata poco distante dalla frazione di Tramariglio: qui nidificano ancora sul ciglio delle scogliere il Grifone, e altri uccelli protetti, come il Falco Pellegrino, il Gheppio, il Cormorano (che predilige la prospiciente Isola di Foradada) e il Gabbiano corso, ma è possibile vedere anche esemplari di Pernice, Daino, Cavallino della Giara e di Cinghiale, oltre a numerose specie vegetali protette, come la Centaurea horrida. L'area è molto vasta e comprende Monte Timidone, Punta Cristallo, dove è possibile e di ammirare il volo dei grifoni e la splendida Cala d'Inferno, dove il mare riparato e cristallino permette di fare dello snorkeling. Altri punti consigliati per lo snorkeling sono la Cala Dragunara, Punta Giglio, le due grotte dell'Isola di Foradada e Porto Conte, il più grande porto naturale del mediterraneo, dove la Nacchera (Pinna nobilis), protetta da anni contro la pesca abusiva, è finalmente visibile con molteplici esemplari.
Nei pressi della frazione di Fertilia, si trova poi lo stagno d'acqua salmastra del Calich (in catalano Càlic), con le rovine del ponte romano, dove un tempo facevano la loro comparsa i fenicotteri rosa durante il periodo delle migrazioni; per chi ama addentarsi all'interno un punto di riferimento è il Lago di Baratz (unico lago di acqua dolce naturale della Sardegna) con la pineta circostante, lago in cui durante la ritirata l'esercito tedesco immerse armi e munizioni.
Cantine da visitare:

Tenuta Sella & Mosca

Loc. I Piani
07041 ALGHERO - (SS)
Tel: 079 997700
Fax: 079 951279 
Web: www.sellaemosca.com